Come si fanno i biscotti di Garibaldi, quelli che ha nominato Re Carlo: la ricetta la conoscono in pochissimi

Nei giorni scorsi, Re Carlo III e la moglie, la Regina Camilla, hanno fatto visita in Italia. Un grande onore, che ha coinvolto, le più grandi cariche dello Stato. Ebbene, in questa occasione, il Sovrano d’Inghilterra, ha parlato dei biscotti di Garibaldi. Ma di che cosa si tratta? E come si preparano?

Biscotti di Garibaldi: cosa sappiamo della loro storia

Sono dei biscotti, facili da preparare. E che tra le altre cose, in Inghilterra, sono davvero molto famosi. In Italia, però, se ne è sentito parlare davvero poco, e infatti, fino a questo momento, nessuno conosceva nemmeno il loro nome. Dietro, ci sta una vera e propria storia, da prendere in considerazione.

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Pare che il tutto, sia cominciato, dalla visita di Giuseppe Garibaldi, in Inghilterra. Proprio in quella occasione, un noto produttore, riuscì a creare dei biscotti, con dentro uvetta e marmellata. Al solo scopo, di poter rendere omaggio, all’eroe dei due mondi. Da quel momento, gli inglesi, non riuscirono più a farne a meno.

Questi biscotti, con il passare del tempo, sono diventati, una vera e propria tradizione. Anche se poi, specializzandosi, sono nate anche tante varianti. Oggi, cercheremo di addentrarci, dentro i loro segreti, scoprendo, la ricetta, della versione più classica in assoluto. E forse, anche di quella più buona. Ecco che cosa sapere.

Biscotti di Garibaldi: ricetta

Gli ingredienti che serviranno per questa ricetta sono: farina, burro, zucchero di canna, latte, uova, uvetta, scorza di limone e confettura. E alla fine anche il lievito in polvere. per la copertura, invece è necessario avere: l’albume e lo zucchero di canna. Le porzioni, cambiano in base, a quanti se ne vogliono realizzare.

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Si comincia, mettendo l’uvetta ad ammollare dentro l’acqua tiepida. In una ciotola a parte, inserire: farina, zucchero di canna, lievito, un poco di sale e la scorza del limone, e poi mescolare ogni cosa. A questo, si unisce, anche il burro freddo a pezzi, che poi viene lavorato con l’impasto.

Si devono usare le mani, e proseguire, fino al momento in cui l’impasto stesso è compatto. Al tempo stesso, non ci si deve dimenticare, di mettere i tuorli, e mescolarli con il latte. Il segreto, è quello di sbatterli con una forchetta, per potersi aiutare, e questo vale, anche per gli altri ingredienti.

E si prosegue, con il procedimento

Una volta, che tutto è stato messo dentro la ciotola, si prosegue con le mani. Il composto va reso omogeneo. Inseguito, il panetto, va steso su due fogli di carta da forno. Cosi da fare in modo che non si possa appiccicare. o in alternativa, anche cercare di infarinare, il piano di lavoro.

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A questo punto, scolare l’uvetta, e asciugarla bene con della carta assorbente. Poi, metterla dentro una ciotola, con la marmellata, o la confettura che è stata scelta. Tutto va messo, dentro l’impasto, a forma di rettandolo, che poco prima, era stato preparato. E poi, chiudere tutto, come se fosse un libro.

Arriva il momento, di tagliare i biscotti, e di mettere tutto quanto dentro il forno. La superfice, va spennellata, con albume e zucchero di canna. In forno, per quindici minuti, il forno, che deve essere stato preriscaldato a 180 gradi. Devono restare, fino al momento in cui non sono dorati.

Ci sono anche delle varianti

Una valida alternativa, a quella che abbiamo appena spiegato, è con lo zucchero bianco, al posto di quello di canna. E per finire, anche una spolverata di zucchero a velo, potrebbe essere un particolare davvero unico e diverso, per personalizzare i biscotti, che gli inglesi amano cosi tanto. E che mangiano da tempo.

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I biscotti di Garibaldi, si possono conservare, anche per due o tre giorni in frigo. Ma non oltre, avendo dentro la confettura, ci sta il rischio, che possano anche andare a male. Per cui, il consiglio, è quello di partire co delle piccole porzioni, cosi da capire, quanti effettivamente, se ne consumano.

Alla fine, prima di servirli in tavola, dopo che sono stati tolti dal forno, si devono sempre fare raffreddare. Cosi da permettere loro, di potere rapprendersi. Il rischio, è che troppo caldi, si possano sfaldare nelle mani, di chi li mangia. E per il resto, non resta che gustarli e godere, del proprio lavoro.

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