
Il reflusso è un disturbo estremamente presente, comune in particolare a partire dalla fase adulta ed in parecchi casi identifica qualcosa di passeggero, quindi momentaneo, e non in grado di impattare troppo a lungo lo stato di salute. Tuttavia è anche fortemente influenzato dai cibi, alcuni sono fortemente sconsigliati, per un problema che viene spesso sottovalutato.
Definizione del reflusso
Molto presente, in Europa almeno un dieci per cento di popolazione adulta ne soffre con discreta frequenza nel corso di periodi specifici, il reflusso gastroesofageo configura per questo motivo qualcosa di conosciuto e spesso considerato frutto di un ammontare di cibi troppo cospicuo o di prodotti ingeriti di tipologie molto particolari.

Nella forma più comune il reflusso è caratterizzato da una sgradevole sensazione di acidità che proviene direttamente dall’esofago, che si trova in corrispondenza dell’inizio dello stomaco, esattamente davanti alla spina dorsale. Il processo è in realtà naturale, ciò che sviluppa il reflusso come sensazione è un eccesso di elementi acidi che “risale”.
Il reflusso ha una forte connotazione legata alle abitudini, soprattutto alimentari: si manifesta con un sensazione di acidità decisamente difficile da ignorare, questa “risalita” di contenuti acidi viene normalmente delimitata da uno sfintere che si trova in corrispondenza dell’inizio dello stomaco, per varie cause scatenanti che sviluppano sintomi molto riconoscibili.
I sintomi
I sintomi principali sono molto riconoscibili, da una sensazione di bruciore e fastidio, partendo da una vera e propria priosi della zona retro intestinale, fino al caratteristico rigurgito a sensazione fortemente acida (spesso lascia per alcuni secondi anche un sapore sgradevole nel cavo orale). Molto comuni anche le eruttazioni ed alitosi, nelle fasi successive.

Altri sintomi sono una difficoltà a sviluppare una naturale deglutizione, nausea, tosse secca, singhiozzo, dolori legati alla “bocca dello stomaco” fino ad un sensibile abbassamento della tonalità della voce. In senso generale dipende molto dalla frequenza e dalla situazione in quanto può configurarsi come un disturbo saltuario quindi legato allo stile di vita ma non solo.
I sintomi possono essere a loro volta sintomatici di altre alterazioni dell’organismo, il che può portare a problematiche collegate ma differenti dal comune reflusso come ernie o problematiche differenti all’esofago. Per questo motivo è un disturbo che può essere diagnosticato anche come elemento a se, definito proprio malattia del disturbo gastroesofageo.
Le cause
E’ una tematica molto comune se saltuaria quella dell’esofago, ed in molti casi viene considerata una forma del nostro organismo per comunicare una azione specifica, come il consumo spiccato o eccessivo di cibi molto “pesanti” o difficilmente in grado di essere smaltiti dal nostro organismo. La permanenza prolungata nell’apparato digerente è una delle cause principali.

Naturalmente alcune persone a causa di schemi dell’organismo preimpostati si trovano a soffrire più spesso del reflusso, ad esempio a causa di uno sfintere esofageo non totalmente attivo e funzionale che quindi lascia “passare” contenuti acidi ed alcalini che sono quindi portati ad andare verso l’alto, scatenando il reflusso.
Anche trattamenti farmacoligici, ormonali, così come condizioni specifiche (ad esempio la gravidanza) possono essere altresì cause scatenanti. Generalmente anche condizioni legate ad un peso eccessivo sono peggiorative. Così come condizioni di stress, nervosismo ed abitudini come il fumo di sigari e sigarette che aumenta il contenuto di elementi acidi nello stomaco.
Cosa NON mangiare
Il cibo è ovviamente una delle principali cause scatenanti del reflusso gastroesofageo: evitare cibi grassi, quindi salumi e formaggi molto stagionati e lunghi da digerire per il nostro corpo, ma anche sostanze fermentate, molto speziate e piccanti, evitando anche estremi come temperature, quindi non ingerendo cibi troppo caldi o anche troppo freddi.

Ridurre o eliminare l’abitudine di consumare grandi quantità di sostanze con caffeina, alcolici o il già citato fumo di sigaretta. Anche abitudini come il mangiare troppo rapidamente e non masticando a sufficienza aumenta questa tendenza in quanto lo stomaco e la fase digestiva è maggiormente sollecitata, aumentando le possibilità effettive di reflusso.
Appare decisamente consigliabile evitare di dormire immediatamente dopo aver consumato un ingente pasto, così come è potenzialmente decidere di utilizzare un supporto come un guanciale in grado di mantenere il capo leggermente sollevato, così da “riportare” verso il basso il contenuto di acidità tipico del reflusso gastroesofageo, elemento che può impattare anche negativamente sul riposo.