
L’agave è senza dubbio una delle piante succulente più impiegate e riconoscibili da ogni punto di vista, anche in Italia la sua diffusione è stata abbastanza capillare in particolare negli ultimi anni, sia come pianta da esterno che da interno. La sua coltivazione e cura è decisamente semplice, a patto di seguire alcuni consigli.
Specie succulenta da coltivare
Come tante altre specie succulente (il termine più corretto rispetto alla definizione di pianta grassa), l’agave trova ampio spazio nei giardini e nei vasi grazie ad una semplicità di cura ma anche di replicazione e moltiplicazione che richiede poco sforzo ed abilità. Nonostante questo anche l’agave presenta alcune criticità da valutare.

E’ una pianta resistente, che deriva da quelle “selvatiche” diffuse da secoli interi nelle zone anche molto aride dell’America centrale e settentrionale, trova diffusione sia in vaso che nei giardini, oltre che per fattori estetici, questa specie succulenta viene anche largamente impiegata in numerosi contesti officinali ma anche alimentari.
Dalle sue foglie viene ricavato un succo che viene effettivamente impiegato come dolcificante ma anche come, attraverso altre lavorazioni, ad esempio in erboristeria, impiegato contro i problemi digestivi oppure come purgante, per citare alcuni esempi diffusi, fin dall’antichità. Come coltivarlo al meglio ed aspettarsi una pianta dalla buona salute?
Consigli di coltivazione
Come accennato, è adatta anche ai novizi, a patto di ricordare alcune condizioni: adatta anche agli ambienti dove l’escursione termica ed i cambi di temperatura sono abbastanza rapidi, trova le migliori condizioni di crescita tra i 15 ed i 30 gradi, tuttavia una volta adulta sviluppa una buona resistenza anche al freddo.

Freddo ambientale ma non le brezze forti, quindi molta attenzione alla posizione ideale che abbiamo scelto: resiste molto bene al sole diretto, anzi è meglio tenerlo in posizione esposta ai raggi solari, allo stesso tempo le correnti particolarmente violente possono indebolirlo in modo anche evidente nelle foglie, specialmente quando è ancora non sufficientemente sviluppato.
Il terreno non deve essere necessariamente ricco in termini nutritivi, però deve risultare abbastanza soffice, non compatto ed in grado di mantenere una certa “sabbiosità” e granulosità. Per le piante in vaso soprattutto, bisogna foderare il fondo con elementi drenanti che possono permettere all’umidità di fuoriuscire attraverso i fori sul fondo.
Cura
La pianta non ha bisogno di irrigazioni frequenti ed è maggiormente attiva biologicamente durante i periodi più caldi dell’anno. Resiste bene all’aridità del terreno e sviluppa una capacità adattiva importante, è bene non eccedere con l’acqua e non bagnare mai le foglie, specialmente quelle basali, che si trovano al centro.

Questo può causare l’indebolimento dell’intera struttura, che può quindi marcire e morire in relativamente poco tempo, dovendo scegliere tra la carenza e l’eccesso di umidità, l’agave sicuramente contrasta meglio la prima delle due. Non ha bisogno di una vera e propria potatura, però possiamo eliminare o ridurre la presenza delle foglie secche.
Più è grande la pianta, più rapida sarà la crescita conseguente, questo si evidenzia anche dalla necessità di rinvaso che è inversamente proporzionale alle dimensioni: una pianta medio piccola va rinvasata mediamente ogni 1 o 2 anni, quelle molto piccole anche ogni 2 o 3. Ed è bene farlo possibilmente in primavera così da non causare uno shock alla struttura.
Irrigazione
Come ogni altra pianta l’agave va irrigata ma come abbiamo visto, non troppo spesso: specialmente se in vaso, controllare sempre la presenza di acqua stagnante nei sottovasi, nello specifico ancora di più quando fa molto caldo ed umido, l’agave deve restare all’asciutto o comunque essere nelle condizioni di smaltire questa umidità.

Possiamo facilmente replicare l’agave moltiplicandola tramite i polloni, ovvero i nuovi germogli che specialmente dalla tarda primavera fino all’estate iniziano a crescere alla base di una pianta adulta (generalmente sono necessari alcuni anni affinchè questo avvenga). Conviene aspettare che il pollone risulti essere abbastanza lungo prima di essere reciso, cosa da fare con un coltello affilato e ben disinfettato.
Questo potrà essere innestato, dopo alcuni giorni lasciato al secco, in un vaso con del terriccio, al fine di sviluppare una nuova pianta, tenendo inizialmente il terriccio abbastanza umido. I polloni vanno anche eliminati in parte dalla pianta madre così da evitare che questa vada a concentrarsi eccessivamente sulla loro crescita.