Il balzo della fiducia delle imprese e il risveglio dell'inflazione hanno indotto Coface ad alzare le sue stime sulla crescita globale. Anche se restano le incognite del rischio politico e el protezionismo.
La fiducia delle imprese che cresce. E il rischio deflazione che si allontana. Secondo Julien MArcilly e Ruben Nizard, rispettivamente capo-economista di Coface, i segnali di ripresa dell'economia mondiale si stanno moltiplicando. L'esito delle elezioni francesi, con la vittoria al ballottaggio di Emmanuel Macron contro Marine Le Pen, contribuiscono a mitigare il rischio politico della tornata elettorale europea, anche perché in Germania a sfidarsi in autunno saranno due candidati europeisti (Merkel e Shultz).
Resta tuttavia l'ombra di misure protezionistiche negli Stati Uniti ma soprattutto il passo lento della crescita mondiale, che ha trattenuto Coface dal "promuovere" il rischio Paese di molti Stati, anche in virtù di un debito elevato e crescente (soprattutto tra gli emergenti). E' per questi motivi che solo quattro nazioni possono sfoggiare una promozione: Repubblica Ceca (a livello A2), Lettonia (A3), Israele (A2) e Armenia (D), mentre il Mozambico ha subito un downgrade (a E).
Spostando lo sguardo sui settori, troviamo una metallurgia in salute in Cina e Brasile, anche se il livello di rischio resta alto. Sempre in Brasile bene agroalimentare, costruzioni, automotive ed energia, mentre altrove il rischio si è deteriorato (é il caso delle tecnologie dell'informazione e comunicazione in Turchia e Messico), a riprova di una ripresa non ancora corale e omogenea. Ma vediamo tutti questi elementi più in dettaglio.
Fiducia delle imprese e mercati finanziari